Scrittura2 dicembre 2012

Sto guardando questa cosa e…

Devo fare in fretta, la messa sta per iniziare e a me piace la puntualità.
Il ginocchio scricchiola. Mi siedo sul sellino della bicicletta e con cautela sposto il peso sulla gamba destra, quella più malandata. Pedalo, regolando l’andatura sul mio ansimare così quando comincio ad andare in apnea rallento. Finiti i tempi in cui “si correva la cavallina”.
L’afa contribuisce all’affanno. Stringo le manopole del manubrio con dita appiccicose senza distogliere lo sguardo dalla strada. Qua si deve stare sempre attenti a dove si mettono i piedi. E in bicicletta ancora di più: attenti ai camion, attenti alle macchine, attenti ai pedoni incauti che ti camminano sulla pista ciclabile. Attentissimi! non si sa mai da dove ti arriva il pericolo! mica come quand’ero giovane…
Mi concentro sulla pista per evitare le buche, ma non è una buca quella che ad un tratto mi fa sobbalzare. È uno strano oggetto, abbandonato per terra, sotto un platano.

Cosa sarà mai?

Rallento. Sento fischiare il respiro, mentre il cuore mi rimbomba nei timpani. Sbatto le palpebre per mettere a fuoco questa cosa colorata: un bastone? Strano… un bastone color rosa, anzi forse butta un po’ sull’arancione. Mi avvicino per vedere meglio.
Oddio! E se fosse un’arma? Un proiettile? La forma è quella.
Guardo meglio: l’oggetto ha una specie di pulsante, come quello dell’aggeggio – regalatomi da mia figlia – che uso per frullare il minestrone.
Bottone? Detonatore! E se fosse una bomba? Una bomba a orologeria? Se ne sentono tante, di questi tempi… con tutti questi extracomunitari terroristi che nascondono le armi nelle moschee.

Chiamo il vigile che sta davanti alla chiesa per far attraversare i pedoni e, dopo avergli brevemente spiegato che si tratta di un’emergenza, lo accompagno al luogo del ritrovamento sospetto.
Mi segue con le sopracciglia corrucciate, frugandosi in tasca per cercare il cellulare.
“Ecco!” indico la cosa, tenendomi a prudente distanza, ma resto nei paraggi. Quando arriveranno i carabinieri e la polizia voglio esserci. La bomba l’ho trovata io e la tivù dovrà per forza intervistarmi. Magari passano il servizio già oggi, al tiggì di mezzogiorno.

Un ronzìo e una risata interrompono le mie elucubrazioni. Il vigile impugna la bomba e la agita sghignazzando.
“Ma è matto? Stia attento che ci fa saltare per aria!” gli urlo.
“Signora, ma non l’ha mai visto un vibratore?”

“Io? No. Ai miei tempi per schiacciare la verdura si usava il setaccio. Vorrà dire che  chiederò a mia figlia di regalarmene uno per Natale.”

[Fonte: http://www.today.it/commenti/articoli/bomba-vibratore-montebelluna-nonna/16823]

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