Teatro28 aprile 2011

Il Delirio secondo Regina

Marta …
PALLA !

A ritmo i nostri occhi si incrociano.
Il corpo vibra, accompagnato dal suono dei tamburi.
Ogni tanto un FLOP: la palla si perde.
Si ricomincia.

TUM TUM TUM TUM

Marta …
PALLA !

Gli occhi si guardano. A volte ancora sfuggenti.
Le mani mimano il lancio. A volte deciso, a volte accennato.
Sguardi.
Mani.
Mani.
Sguardi.
FLOP !
Si sbaglia. Si riparte.

Marta …
PALLA !

TUM TUM TUM TUM

Le ginocchia dondolano a tempo.
Così è più facile.
Occhi attenti, concentrati.
Gesti più chiari.
Comunque – ogni tanto – FLOP !
Siamo solo esseri umani !

Marta …
PALLA !

TUM TUM TUM TUM

____________________________________   [disegni originali di Margherita Tramutoli]

Cerchio.
Si sta.
Ginocchia leggermente piegate, braccia lungo i fianchi, morbide. Spalle rilassate.
Si respira, si respira.
La pancia si alza e si abbassa.
Ci si guarda.
“Ma chi sono questi ?”
“Ma chi me l’ha fatto fare ?”
“Età media 20 anni”
“Che ci faccio qui ?”

Mi sforzo di guardare.
Anche se ho paura.
E respiro.
Anche se ho paura.
Gli occhi non hanno età.
Sono occhi.
Sfuggenti, dolci, profondi, obliqui, vitrei, luminosi.
Occhi : due spicchi di cervello scoperto.
A volte è difficile guardarli e continuare a respirare.
Si cammina e ci si incrocia.
Guardarsi i piedi sarebbe più facile.

Ma Lello dice che siamo qui per andare oltre il limite.
Sennò che delirio è ?

Guardo gli occhi.
E respiro.
Non respirare sarebbe più facile.
Ma Emanuele dice di respirare.
E io sono qui per fare cose più difficili.
Cose che non ho mai fatto.
Cose che non mi sono mai permessa.
Sennò che delirio è ?

Giorgio mi dice : “E sorridi !”
Il primo istinto è di mandarlo a fare in culo, come sempre faccio quando qualcuno mi dice qualche verità che non voglio sentire.
Non ho voglia di sorridere.
Ultimamente viro più sull’incazzato rabbioso che sul gioioso new age.
Ma sono qui per cambiare qualcosa – anche se non sono convinta che sorridere sia sempre più opportuno che ringhiare.
Un ringhio ben mascherato può sembrare un sorriso, ma – in fondo – cosa costa provarci ?

Io sono qui per provare qualcosa che abitualmente non faccio.
Sennò che delirio è ?

Respirando, camminando, correndo, respirando …
sorridere è più facile.
ABBRACCIO !

Come possono essere diversi gli abbracci !

Chi gira la testa dall’altra parte, chi ti accoglie, chi ti si getta tra le braccia, chi stringe e chi sta leggero: un abbraccio sulle punte, lieve come una piuma.
Qualcuno mi piace, qualcuno no.
Se l’abbraccio è caldo e accogliente mi salgono le lacrime.
Se è duro e respingente non vedo l’ora che finisca.
Tutto serve per conoscermi.
Come potrei altrimenti conoscere gli altri ?

Se lascio partire la mente mi domando che senso abbia abbracciare e farmi abbracciare da persone che non conosco.
Ma la mente va zittita.
Sennò che delirio è ?
Quando lei tace resta la realtà del calore.
Mi sento avvolta, protetta, sicura.
Anche se mi viene terribilmente da piangere mi sento bene.

Che sia Amore ?
Il delirio potrebbe essere questo?

Lo chiederò a Lello.
Chissà se lui lo sa …

[14 febbraio 2011]

Questa voce è stata pubblicata in Teatro e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Il Delirio secondo Regina

  1. alessia scrive:

    stupenda poesia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!diventerà la mia preferita. La sento troppo….mi ha commosso. GRANDE RITA!

Replica al commento si alessia Cancella la replica

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>